Ho bisogno di vedere gente, di visitare mostre, di teatri e di cinema, di librerie e caffè. Intimamente solitaria e lunatica, tuttavia non potrei vivere senza queste cose per me "necessarie". Necessarie per sentirsi e vedersi meglio, per colmare in parte dei vuoti antichi e per placare ansie fredde.
Ho bisogno di mettere comoda la mia anima.
Di fermarmi a parlare con due quasi sconosciuti, incontrati ieri, a parlare del loro viaggio in Kenya, di lavoro, di libri e della bella giornata di sole. D'incontrare e ascoltare persone come Sergio Guastini, il Raccontalibri, che ci ripete con la sua voce penetrante che dentro ai libri c'è tutto e che la lettura è un virus dal quale è bello essere contagiati.
Di passeggiare per la città con un'amica, parlando di tutto. Di portare una fascia ad una mamma che vuole provare a portare il suo bambino e di vedere altre mamme che si riuniscono a sferruzzare per i neonati prematuri.
Ho bisogno di leggere ad alta voce, con tanti occhi puntati addosso, Federico di Leo Lionni, sgretolando ad ogni parola un mattoncino di timidezza (non tutta, ma è già qualcosa). E di ridere con quella consapevolezza - euforica ed intenerita insieme - di essere nel mezzo di una serata speciale con persone speciali. Di tornare a piedi a casa, sotto la pioggia scrosciante, col cuore caldo. Preparare una tisana e stare ancora sveglia per un po', dal momento che l'emozione è troppa per spegnere la luce.
Di vedere mia figlia andare incontro alle persone, con quella sua socievolezza così solare e diversa dalla mia ombrosa cautela, e fare amicizia in quattro e quattr'otto.
Di ammirare la schiuma bianca del mare e il pavé disseminato di coriandoli, odorando l'aria pregna di sale e delle voci dei bimbi che giocano al sole.
E ho bisogno - perché no? - di scrivere post come questi, scontati e sdolcinati, e d'infischiarmene completamente...
Ho bisogno di mettere comoda la mia anima.
Di fermarmi a parlare con due quasi sconosciuti, incontrati ieri, a parlare del loro viaggio in Kenya, di lavoro, di libri e della bella giornata di sole. D'incontrare e ascoltare persone come Sergio Guastini, il Raccontalibri, che ci ripete con la sua voce penetrante che dentro ai libri c'è tutto e che la lettura è un virus dal quale è bello essere contagiati.
Di passeggiare per la città con un'amica, parlando di tutto. Di portare una fascia ad una mamma che vuole provare a portare il suo bambino e di vedere altre mamme che si riuniscono a sferruzzare per i neonati prematuri.
Ho bisogno di leggere ad alta voce, con tanti occhi puntati addosso, Federico di Leo Lionni, sgretolando ad ogni parola un mattoncino di timidezza (non tutta, ma è già qualcosa). E di ridere con quella consapevolezza - euforica ed intenerita insieme - di essere nel mezzo di una serata speciale con persone speciali. Di tornare a piedi a casa, sotto la pioggia scrosciante, col cuore caldo. Preparare una tisana e stare ancora sveglia per un po', dal momento che l'emozione è troppa per spegnere la luce.
Di vedere mia figlia andare incontro alle persone, con quella sua socievolezza così solare e diversa dalla mia ombrosa cautela, e fare amicizia in quattro e quattr'otto.
Di ammirare la schiuma bianca del mare e il pavé disseminato di coriandoli, odorando l'aria pregna di sale e delle voci dei bimbi che giocano al sole.
E ho bisogno - perché no? - di scrivere post come questi, scontati e sdolcinati, e d'infischiarmene completamente...
bellissimo federico, uno dei miei libri preferiti!
RispondiEliminae vai pure di sdolcinatezze e di infischiamenti, che io ci sguazzo dentro!
Che bello sentirti cosi contenta, appagata e lanciata!
RispondiEliminaArrivo solo ora ma corro ad aggiornare la blog list (spetta che ho perso il conto...ma a quanto blog sei?! 5? no dai anche di piu'....:-D )
che bello questo post e che piacere averti scoperta;-))
RispondiEliminaBenvenuta Francesca!
Elimina