La Primavera è ancora lontana, ma verso la fine di febbraio inizio a percepirla. Nelle giornate di sole, al mare; nelle piante e nell'erba del giardino (non il nostro - magari! - però abbiamo la fortuna di poter godere della sua bellezza) che timidamente iniziano a risvegliarsi. Anche se quest'anno l'Inverno, quello vero, qui non si è fatto vedere. Il nostro è conosciuto come il quartiere "dalle due primavere" per il clima mite, ma stavolta la mitezza ha superato se stessa. Purtroppo. Sì, a me la neve manca.
Tuttavia con l'arrivo di marzo inizio a sognare le giornate tiepide, lunghe e luminosissime; le sogno soprattutto per mia figlia, perché ci permette di girovagare con entusiasmo e libertà.Nel frattempo, per dimostrare a me stessa che faccio sul serio, ho preso questo bel volumone.
Quando inizio qualcosa di nuovo, provo sempre il desiderio di tuffarmici dentro, di approfondire.
Ho perso il conto dei giorni, ormai delle settimane in cui ho abbandonato carne e pesce. Latte e uova no. Nun je la posso fà. Del resto io faccio tutte le cose per gradi e mai sino alle estreme conseguenze, scegliendo con determinazione quella mediocrità che mi salva dagli assoluti. Gli assoluti mi rendono acida. L'adolescenza era la stagione dei radicalismi e, anche allora, è durata poco; pure nel mezzo delle scelte più melodrammatiche, mi restava un po' di gusto per le sfumature.
Sicuramente è un approccio di comodo.
Adesso, infatti, è facile... il clima, il sentore della primavera... il pregustare verdurine tenere e fresche, le insalate di cereali e legumi, il bulghur per il tabbouleh con le foglioline di menta che andranno a sostituire le zuppe fumanti. Le macedonie dai mille sapori.
Poi diventerà più difficile e chissà se riuscirò a NON essere inconcludente come al solito.
Comunque lo yoga è arrivato nella stagione in cui sentivo il bisogno di una più profonda calma interiore, qualcosa che non restasse, come al solito, in superficie; qualcosa che coinvolgesse il mio corpo che negli ultimi due anni e mezzo (tanti ne sono passati, se tengo conto della gravidanza) ha subito molte trasformazioni. Si è riempito, si è svuotato, è stato nutrimento ed è ancora sostegno, contatto. Si merita un po' di distensione.
Sto leggendo il secondo volume di Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome. Ciò che mi colpisce di più è la capacità di sondare le emozioni che si susseguono nelle vite delle due ragazze. Come tutte le amiche per la pelle, quelle che si sono conosciute da bimbe, si amano, si odiano, si ritrovano per non sopportarsi più. Desiderano assomigliarsi e poi fanno di tutto per differenziarsi; pensano costantemente al giudizio dell'altra, mentre lottano per affrancarsi da quel legame antico. La tua più vecchia amica sa essere la più cara, ma anche la più perfida e spietata fra le tue conoscenze. Perché si ricorda com'eri e sa cosa ti ha fatto cambiare. Bisogna essere diventate indulgenti, aver maturato una serena accettazione per continuare a voler bene, un bene sincero, a chi è stata il tuo specchio nell'età infantile. E' qualcosa di molto difficile, ma al tempo stesso molto potente.
Sicuramente è un approccio di comodo.
Adesso, infatti, è facile... il clima, il sentore della primavera... il pregustare verdurine tenere e fresche, le insalate di cereali e legumi, il bulghur per il tabbouleh con le foglioline di menta che andranno a sostituire le zuppe fumanti. Le macedonie dai mille sapori.
Poi diventerà più difficile e chissà se riuscirò a NON essere inconcludente come al solito.
Comunque lo yoga è arrivato nella stagione in cui sentivo il bisogno di una più profonda calma interiore, qualcosa che non restasse, come al solito, in superficie; qualcosa che coinvolgesse il mio corpo che negli ultimi due anni e mezzo (tanti ne sono passati, se tengo conto della gravidanza) ha subito molte trasformazioni. Si è riempito, si è svuotato, è stato nutrimento ed è ancora sostegno, contatto. Si merita un po' di distensione.
Sto leggendo il secondo volume di Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome. Ciò che mi colpisce di più è la capacità di sondare le emozioni che si susseguono nelle vite delle due ragazze. Come tutte le amiche per la pelle, quelle che si sono conosciute da bimbe, si amano, si odiano, si ritrovano per non sopportarsi più. Desiderano assomigliarsi e poi fanno di tutto per differenziarsi; pensano costantemente al giudizio dell'altra, mentre lottano per affrancarsi da quel legame antico. La tua più vecchia amica sa essere la più cara, ma anche la più perfida e spietata fra le tue conoscenze. Perché si ricorda com'eri e sa cosa ti ha fatto cambiare. Bisogna essere diventate indulgenti, aver maturato una serena accettazione per continuare a voler bene, un bene sincero, a chi è stata il tuo specchio nell'età infantile. E' qualcosa di molto difficile, ma al tempo stesso molto potente.