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giovedì 31 luglio 2014

Dlin dlon - si comunica la sospensione del servizio!

Vale a dire: domani SI PARTE!
Abbiamo bisogno di ricaricare le pile per affrontare un settembre denso di cambiamenti!
Il programma per il prossimo mese sarà: riempirsi gli occhi di verde e dei profili delle montagne; camminare camminare camminare; dormire dormire dormire; fare scorpacciate di cose buone del luogo; farsi contagiare dall'entusiasmo di Pulcetta e cercare di farle passare più tempo possibile in mezzo alla natura (clima permettendo); leggere qualche buon libro durante le sere fresche; usare la tecnologia solo a piccole dosi.
Ci si rivede a settembre!

giovedì 24 luglio 2014

Sospendere il giudizio sul parto

Pulcetta è nata con taglio cesareo programmato perché la nostra è stata una gravidanza "preziosa" come l'hanno definita i bravissimi medici che ci hanno seguite (cioè "a rischio" come si suol dire). Prima di prendere questa decisione che era caldamente consigliata, ma non obbligatoria, io pensavo ad un parto in acqua. Avevo visitato la sala in ospedale, con quella bella vasca giallo sole e le ampie finestre dalle quali si poteva vedere il mare.

Sono per la libertà di scelta della donna. Non partorirei mai in casa, è qualcosa che non riesco ad immaginare per la mia storia, ma non mi sogno di giudicare alcuna madre. Sono convinta che un parto naturale vissuto nel pieno rispetto della mamma e del bambino sia un'esperienza con un valore fortissimo. Sono convinta che il dolore si possa affrontare, ma non denigrerei mai colei che si affida all'epidurale per farsi coraggio.

Io sono stata assistita meravigliosamente da ostetriche brave e gentili; l'allattamento non è stato compromesso, ma è filato tutto liscio e con grande naturalezza; ogni giorno trascorso in ospedale è stato sereno; abbiamo vissuto il rooming in con una profonda emozione; la ripresa è stata velocissima e una volta tolti i punti sono tornata quella di prima.

Ecco, io vorrei tanto non dover continuare a leggere post in cui il cesareo è descritto come un parto barbaro e di serie B. Posso capire che una donna che lo abbia dovuto "accettare" come procedura d'urgenza ne conservi un ricordo penoso. So che io sono stata fortunata, perché non sempre ci si riprende così in fretta. So che a volte si abusa della possibilità di ricorrere alla sala operatoria per fare prima.

Tuttavia, come io non mi permetto di giudicare il lotus birth o qualsiasi altra scelta "naturale" (sul concetto di "naturale" ci sarebbe da discutere), allo stesso modo vorrei tanto che si facesse più attenzione alle parole. Personalmente ho un ricordo talmente magico dell'arrivo di mia figlia che il pensiero di non averla veramente messa al mondo non mi ha mai sfiorata. L'ho solo partorita in un modo differente, certamente "medicalizzato", ma per me questa parola non è sinonimo di artificiosità. Visto che questa "procedura" probabilmente ci ha permesso di essere entrambe vive e vegete, direi che non è poi qualcosa di così esecrabile. Non dimenticherò mai l'anestesista che mi prese il volto fra le mani e mi disse con una voce caldissima: "andrà tutto bene, stai tranquilla, non faremo nulla che possa farti stare male".

Purtroppo in questi anni mi sono accorta, leggendo qui e lì, che alcune mamme provano rammarico e senso di inadeguatezza perché non hanno avuto un parto vaginale. Ecco, magari qualcuno potrebbe non rigirare il coltello nella piaga, dal momento che la maternità è un'esperienza potente, sconvolgente, meravigliosa e difficile al tempo stesso... e le neo mamme hanno bisogno di comprensione e delicatezza. Talvolta ascolto e leggo donne che si confrontano sul parto e ovviamente esse portano dentro ricordi più o meno belli (e non sempre quelle che hanno vissuto un normale travaglio sono le più serene). Non potremmo accogliere tutto, tutto, senza puntare il dito, senza sciorinare i famosi consigli del "senno di poi", senza recitare slogan ideologici su ciò che si reputa buono e giusto? Chiediamoci cosa contribuisce sul serio a donare fiducia ad una madre. Può darsi che non tutto sia andato secondo i desideri, nel bene o nel male la nascita di un bambino è ancora qualcosa che sfugge agli schemi rigidi: ma se la vita è davvero la cosa più grande e importante di tutte, deve essere celebrata comunque. Semmai, si potrebbe discutere su come rendere più accoglienti le sale operatorie che accolgono i bambini nati col taglio cesareo e più umanamente preparati gli operatori, in modo da trattare con delicatezza i piccini e le loro mamme, ma questo sarebbe un discorso troppo lungo.

A volte le donne sono le peggiori amiche di loro stesse.

martedì 22 luglio 2014

Sollievo

Mesi fa, quando ho inaugurato questo spazio, parlavo di gratitudine. Essa, tuttavia, aveva un sapore euforico, un'aura più lucente, ma anche più superficiale. Mi sentivo grata, veramente, ma non sapevo da dove arrivavano i miei doni. Voglio dire: credevo di saperlo, ma non era così. 


Poi è scesa la nebbia. Ed io mi sono sentita fragile, sperduta, incapace e arrabbiata esattamente come mi sentivo prima. Prima che arrivasse lei.


Sin dalla gravidanza ho cercato di disegnare per me e per mia figlia una vita differente da quella che avevo avuto io, a partire dallo stile di accudimento. Il mio senso di solitudine non è mai stato tanto fisico, quanto spirituale. Cosa avrei dato per delle radici salde, per un esempio materno, accogliente e sicuro, al quale attingere. Partire da zero, reinventarsi, richiedeva sforzo e coraggio, mentre io desideravo che, per una volta nella vita, tutto filasse liscio e senza sforzo. Volevo essere accudita, io per prima. Mi è mancata quella atavica consapevolezza matrilineare, mi è mancato un cerchio di protezione. E' anche grazie a questa mancanza che ho imparato ad osservare gli altri in maniera diversa, le madri soprattutto. 

Se c'è una cosa di cui vado fiera è l'assenza di rabbia e rancore. Ho perdonato tutto quello che potevo perdonare, forse qualche sassolino è rimasto, ma è un peso leggero. E dopo tutto questo casino, sono libera. Tutto ciò che è stato, è davvero passato.

Per questo oggi io sono grata, in una modalità diversa da prima. E' una gratitudine piena di sollievo, serena, pacifica. 

venerdì 18 luglio 2014

Quando la vita ti risponde

Da quando ho iniziato il mio nuovo percorso, all'inizio della primavera, non ho fatto che ricevere conferme. Piccoli segnali che mi hanno dato fiducia riguardo alle scelte fatte. Incontri (non) casuali. Libri suggeriti o cercati, oppure ritrovati nel momento giusto.


Sono così tanti, questi segni, che non saprei da dove iniziare per raccontarveli. Inoltre, ammetto che essi rivestono per me una così intima importanza che forse non sarebbe neppure giusto sminuirli con una manciata di parole. Lascio quindi sedimentare queste piccole esperienze, le minuzie gentili, mischiate alle preoccupazioni e alle incombenze più concrete e pesanti.

E' strano per me, eppure in questa fase preferisco parlare e scrivere poco, perché così mi pare di assaporare di più e di guastare di meno.

lunedì 14 luglio 2014

Il tempo scandito

L'estrema variabilità del clima ci costringe a fare programmi a breve termine, a cambiarli nel corso della giornata, a tenere pronta una manciata di opzioni con cui giocare al momento giusto.
Invece di considerarla una gran seccatura, la leggo come un'opportunità per restare concentrata sul momento presente, cercando di viverlo nel modo migliore possibile.
Il sole è aria aperta, passeggiate, mare, amici, giochi di movimento, cibi freschi e veloci, merenda con frutta e gelato. Se il cielo si fa grigio e magari piove, c'è più tempo per le coccole a casa, per leggere dei libri, colorare coi pastelli, impastare e cucinare lentamente, per il latte e i biscotti, i puzzle, la musica e anche un po' di cartoni animati.
La natura mi viene incontro e mi insegna a non correre troppo avanti. Non dico più "domani andremo, domani faremo". Aspetto. E guardo più spesso il cielo e il mare (che ci svelano il tempo che farà molto meglio delle previsioni sui siti meteorologici). Anche Pulcetta corre alla finestra o sul balcone per esclamare "è brutto è brutto, mare no". I temporali non la spaventano, li osserviamo a bocca aperta quando si annunciano con tuoni e lampi, diventando scenografici. Commentiamo la forma e il colore dei goccioloni e il colore scuro e minaccioso del cielo.

Però quando esce il sole caldo e splendente è una vera festa!

Fra un paio di settimane saremo in montagna, se continua così dovremo aggiungere qualche felpa in più nella valigia (ed io che sono malata pregusto il tè caldo al pomeriggio). 

mercoledì 9 luglio 2014

Non siamo in vacanza, ma...

Le "ferie", quelle vere, arriveranno ad agosto. Questa estate strana, fresca e piovosa, scorre veloce e la viviamo attraverso tanti piccoli momenti quotidiani, un po' ripetitivi forse, ma senza essere noiosi. Abitare in un quartiere sul mare regala quella strana atmosfera vacanziera che continua a stupirmi, anche se ormai abito qui da quasi sei anni. Esci vestita normalmente, ma incontri ragazze in ciabatte e pareo. Fra i banchetti del solito mercato incontri venditori di cocco, teli mare e braccialettini. Torni a casa col sapore di sale sulla pelle, specialmente in questi giorni di vento e di continui sbalzi di clima.

Io assaporo questo ritmo a tratti rapido, a tratti lento. Concentrata sul presente, ma rivolgendo di tanto in tanto lo sguardo all'autunno e a ciò che porterà.

Per questo non scrivo, o scrivo poco. Il tempo è costellato da minuzie gentili e calme, da faccende da sbrigare sempre uguali, ma benedico questa ripetizione che mi aiuta a distendere il pensiero e a non affannarmi troppo.

E Pulcetta cresce, allegra e spavalda, e quando la guardo penso che sia la luce di questa casa: così uguale a suo padre, eppure così diversa da noi. Più forte, più limpida.